finita l'emergenza (come è che finisce un'emergenza? un'emergenza emerge) si passa alla fase dell'espiazione: una serie di passi attraverso dispositivi di contrizione morale che, sacrificando piccole parti di noi, ci portano ad una serena autoassoluzione. dopo l'ondata di criminalità percepita, la cui causa risiedeva nell'incontrollata presenza di immigrati clandestini e nel buonismo lassista che i governanti adottavano a loro vantaggio, il dibattito pubblico si impegna ora a porsi la domanda sul nostro presunto razzismo. nella sondaggiocrazia televisiva, si chiede ai cittadini di prendere posizione rispondendo alla domanda: l'italia sta diventando un paese razzista? si mantiene salda la barra almeno sul fatto che, in qualche modo, le cose stanno cambiando. più dell'ottanta per cento della popolazione risponde: "no", ma questo dato è poco importante. Sansonetti, in un dibattito televisivo all'ora di punta sulla rete ammiraglia, tenta l'impresa disperata: " il valore euristico di questo sondaggio deriva dal ribaltamento dei suoi dati: possiamo dire che se la maggioranza degli interpellati non si sente razzista, l'italia sta diventanto un paese razzista ".
il rischio grosso è che noi portiamo avanti delle lotte senza renderci conto che ogni nostra azione è spuntata, perchè usiamo armi costruite dal nemico per raggiungere i suoi scopi, e quelle armi funzionano solo se le usa lui. (meglio: non ci sono scopi, è il funzionamento stesso lo scopo, utilizzando già delle armi, contribuiamo al funzionamento generale)
dovremmo essere i primi a rimettere in discussione la categoria di razzismo; dovremmo riuscire a trovare il modo di evitare questi (tragici) giochetti.
parafrasando Foucault (e che dio mi perdoni), la razza non è un dato naturale che l'universalismo democratico si sforzerebbe di domare e disciplinare. il dispositivo di razza appare piuttosto un punto di passaggio particolarmente denso per le relazioni di potere tra capitale e lavoro, segmentazione amministrativa e popolazione urbana, velocità dei flussi economici e sedentarietà dei lavoratori.
il razzismo, che è sempre di stato, è uno degli innumerevoli dispositivi mentali attraverso cui l'attribuzione di colpa non è più costruita sul reato, ma sul criminale, che va sempre in qualche modo identificato, spiegato, isolato attraverso un dispositivo immunizzante.
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