Il lodo Alfano è illegittimo. La sentenza della Corte costituzionale è arrivata poco dopo le 18. Secondo le prime informazioni la decisione è stata presa a maggioranza: nove i pareri favorevoli, sei i contrari. Per capire esattamente il contenuto e il senso della sentenza bisognerà attendere il testo ufficiale. Intanto si sa che la legge firmata dal Guardiasigilli è stata considerata incostituzionale sotto due profili. Da una parte viola, infatti, l'articolo 138 della Carta: il governo per garantire l'immunità alle quattro più alte cariche dello Stato avrebbe dovuto procedere con l'iter previsto per le leggi costituzionali (due letture in parlamento e approvazione a maggioranza assoluta). Dall'altra il lodo Alfano viola l'articolo 3, cioè il principio di uguaglianza. Tra le prime reazioni minacciose, quella di Gasparri: "da oggi la Corte costituzionale non è più un organo di garanzia". In serata, vertice a palazzo Grazioli tra il premier e i capigruppo parlamentari del Pdl.
Per tutto il giorno è stato un gran via vai a Palazzo Grazioli, luogo prediletto dal premier per tenere vertici governativi e di maggioranza. Per ora nessuna dichiarazione ufficiale da parte del presidente Silvio Berlusconi, ma secondo alcune indiscrezioni il Cavaliere avrebbe chiarito di voler andare avanti con maggior forza. Nel primo pomeriggio Berlusconi ha ricevuto il ministro della giustizia Angiolino Alfano e il leader della Lega Umberto Bossi, che prima di avracre il portone aveva lanciato parole di fuoco:«Se il lodo viene dichiarato illegittimo trasformeremo le elezioni regionali in un referendum sul premier. Trascineremo il popolo, che è con noi». Parole subito definite «irresponsabili» dall'opposizione. Poco dopo la notiza della sentenza sono invece giunti a Palazzo Grazioli il capogruppo e il vicecapogruppo del Popolo delle Libertà, Maurizio Gasparri e Gaetano Quagliarello. Gravissime le dichiarazioni di Gasparri: «La Corte, un tempo costituzionale, da oggi non è più un organo di garanzia, perchè smentendo la sua giurisprudenza ha emesso una decisione politica, che non priverà il Paese della guida che gli elettori hanno scelto e costantemente rafforzato di elezione in elezione». «Ora mi aspetto che Berlusconi lavori attendendo la fine dei procedimenti a suo carico, e che si concentri un po' di pù sui problemi del paese – ha detto il candidato alla segretria del Pd Pierluigi Bersani - mi auguro il rispetto da parte di tutti per questa decisione e mi auguro che ci siano toni adeguati perchè stiamo parlando di un presidio fondamentale della vita democratica”. « Alla Corte va il plauso di tutti i sinceri democratici del nostro Paese. A Bossi, che minaccia il ricorso al popolo, ci limitiamo a dire di lasciar perdere e di non svegliare il cane che dorme», è invece il commento del segretario nazionale del Prc, Paolo Ferrero. Ferrero, Diliberto e Salvi, per la Federazione della sinistra, chiedono poi che «Adesso Berlusconi si dimetta e si vada subito a nuove elezioni anticipate. Rispetto alle quali proponiamo a tutte le forze democratiche di dare vita a una
brevissima legislatura di garanzia costituzionale che approvi la legge sul conflitto d'interessi, cancelli le misure sulla giustizia approvate dal governo Berlusconi e vari una legge elettorale proporzionale che superi l'attuale legge truffa". Mentre Sinistra e Libertà ha indetto nel tardo pomeriggio un sit-in davanti Palazzo Chigi.
La notizia della perdita dell'immunità di Berlusconi è stata immediatamente ripresa come "breaking new" sulle prime pagine web di tutti i principali media mondiali: dalla Bbc alla Frankfurter Allgemeine Zeitung, da Le Monde a El Pais, da Al Jazeera al New York Times, ai media russi.
fonte ilmanifesto.it
l'immagine "il tappo è saltato" è di Edoardo Baraldi
Nessun commento:
Posta un commento