due "liste unitarie"
Unità a sinistra? Dipende. Le assemblee di sabato a Firenze e Milano hanno confermato che gli appelli a una lista unitaria per le europee di giugno, almeno per ora, sembrano destinati a cadere nel vuoto. Con il rischio che torni un po’ dovunque la tentazione di saltare un giro elettorale con l’astensione.
Da un lato infatti Rifondazione e Pdci confermano la loro alleanza sotto l’insegna della falce e martello e della Sinistra europea. Dall’altra l’area rosso-verde che va dai socialisti di Nencini fino a Vendola passando per Verdi e Sd è ormai pronta a lanciare il proprio cartello di sinistra e libertà. Un movimento che non è detto si coaguli, dopo le elezioni, in un nuovo partito anche per le resistenze che covano qua e là sul territorio e perfino tra alcuni dei contraenti principali come il Sole che ride. Due liste diverse che vista la soglia di sbarramento per Strasburgo non scongiurano il rischio di un altro naufragio dopo quello dell’Arcobaleno ad aprile e dei quattro congressi estivi con il loro carico di rancori e scissioni. Una sinistra divisa e a rischio di scomparsa definitiva alimenta, a torto o a ragione, la voglia di astenersi e la critica radicale a una politica percepita come salvataggio separato di gruppi dirigenti in agonia.
Che fare dunque? Saltare un giro, insistere con una moratoria multilaterale che salvi il salvabile e si apra davvero al conflitto sociale oppure accettare la scelta tra le due sinistre? Il quadro comincia ad essere chiaro, e da qui a giugno nessuno può chiamarsi fuori.
di Matteo Bartocci
fonte www.ilmanifesto.it
Da un lato infatti Rifondazione e Pdci confermano la loro alleanza sotto l’insegna della falce e martello e della Sinistra europea. Dall’altra l’area rosso-verde che va dai socialisti di Nencini fino a Vendola passando per Verdi e Sd è ormai pronta a lanciare il proprio cartello di sinistra e libertà. Un movimento che non è detto si coaguli, dopo le elezioni, in un nuovo partito anche per le resistenze che covano qua e là sul territorio e perfino tra alcuni dei contraenti principali come il Sole che ride. Due liste diverse che vista la soglia di sbarramento per Strasburgo non scongiurano il rischio di un altro naufragio dopo quello dell’Arcobaleno ad aprile e dei quattro congressi estivi con il loro carico di rancori e scissioni. Una sinistra divisa e a rischio di scomparsa definitiva alimenta, a torto o a ragione, la voglia di astenersi e la critica radicale a una politica percepita come salvataggio separato di gruppi dirigenti in agonia.
Che fare dunque? Saltare un giro, insistere con una moratoria multilaterale che salvi il salvabile e si apra davvero al conflitto sociale oppure accettare la scelta tra le due sinistre? Il quadro comincia ad essere chiaro, e da qui a giugno nessuno può chiamarsi fuori.
di Matteo Bartocci
fonte www.ilmanifesto.it
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