"- Assai abbiamo da portare ognuno la nostra croce, perchè tu ci venga a imporre l'insopportabile, e a togliere quei sollievi ai quali abbiamo diritto .
- Non portate la croce, ma siete tutti crocefissi al legno della vostra sufficienza, che v'è data, che più v'insistete e più sanguinate: vi fa comodo dire che portate la croce come un sacro dovere, mentre pesate col peso inerte delle vostre necessità. - Abbiate il coraggio di non ammetterle quelle necessità, di sollevarvi per voi stessi... Ma su quelle è misurato il vostro possibile e l'impossibile, il sopportabile e l'insopportabile dei doveri da compiere per guadagnarvi in pace la vita; quando v'adattate ai moti del corpo, della famiglia, della città, della religione, dite: io faccio i miei doveri d'uomo, di figlio, di cittadino, di cristiano e a questi doveri commisurate i diritti. Ma il conto non torna."
- Non portate la croce, ma siete tutti crocefissi al legno della vostra sufficienza, che v'è data, che più v'insistete e più sanguinate: vi fa comodo dire che portate la croce come un sacro dovere, mentre pesate col peso inerte delle vostre necessità. - Abbiate il coraggio di non ammetterle quelle necessità, di sollevarvi per voi stessi... Ma su quelle è misurato il vostro possibile e l'impossibile, il sopportabile e l'insopportabile dei doveri da compiere per guadagnarvi in pace la vita; quando v'adattate ai moti del corpo, della famiglia, della città, della religione, dite: io faccio i miei doveri d'uomo, di figlio, di cittadino, di cristiano e a questi doveri commisurate i diritti. Ma il conto non torna."
(Carlo Michelstaedter, "La persuasione e la rettorica", Milano, Adelphi, 1982)
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