Mario Placanica, il carabiniere che nel luglio del 2001 uccise Carlo Giuliani durante il G8 di Genova, ha agito per legittima difesa. Lo ha stabilito la Corte europea dei diritti dell'uomo in una sentenza resa pubblica oggi. I giudici di Strasburgo hanno respinto quasi tutti gli elementi del ricorso della famiglia di Giuliani contro lo Stato italiano, dichiarando la non violazione della Convenzione europea dei diritti dell'uomo in tre casi su quattro.
La Corte ha quindi accettato la versione delle autorità italiane su come si sono svolti i fatti. Secondo la sentenza, infatti, il militare che sparò a Giuliani non è ricorso a un uso eccessivo della forza, ma ha risposto a quello che ha percepito come un reale e imminente pericolo per la sua vita e quella dei suoi colleghi. "Il carabiniere", si legge nella sentenza, "si stava confrontando con un gruppo di manifestanti che stava portando avanti un violento attacco al veicolo su cui si trovava". Il militare ha sparato "solo quando l'attacco è proseguito" e quando "ha percepito un rischio reale e imminente per la sua vita e quella dei suoi colleghi" I giudici hanno anche ritenuto che, a differenza di quanto sostenuto dalla famiglia Giuliani, il governo italiano abbia cooperato sufficientemente con la Corte, consentendo di condurre un appropriato esame del caso. Nessuna violazione, dunque, dell'articolo 38 della convenzione che impone agli Stati contraenti di fornire tutte le informazioni richieste dai giudici di Strasburgo. La Corte ha dato invece ragione ai familiari di Carlo Giuliani riconoscendo come l'Italia avrebbe dovuto svolgere un'inchiesta per stabilire se il fatto potesse essere ascrivibile a una cattiva pianificazione e gestione delle operazioni di ordine pubblico. Secondo i giudici, quando uno Stato ospita un evento come il G8, considerato ad alto livello di rischio, è necessario prendere ogni misura di sicurezza necessaria anche per salvaguardare i diritti di chi protesta e la libertà di espressione: l'italia nel pianificare e preparare le misure di pubblica sicurezza, avrebbe "minimizzato" i rischi. Anche se la Corte non riconosce alcun legame diretto e immediato tra i 'difetti' nella preparazione delle operazioni e la morte di Carlo Giuliani. Per questo i giudici hanno stabilito che lo Stato dovrà risarcire 40.000 euro ai genitori di Carlo Giuliani.
La Corte ha quindi accettato la versione delle autorità italiane su come si sono svolti i fatti. Secondo la sentenza, infatti, il militare che sparò a Giuliani non è ricorso a un uso eccessivo della forza, ma ha risposto a quello che ha percepito come un reale e imminente pericolo per la sua vita e quella dei suoi colleghi. "Il carabiniere", si legge nella sentenza, "si stava confrontando con un gruppo di manifestanti che stava portando avanti un violento attacco al veicolo su cui si trovava". Il militare ha sparato "solo quando l'attacco è proseguito" e quando "ha percepito un rischio reale e imminente per la sua vita e quella dei suoi colleghi" I giudici hanno anche ritenuto che, a differenza di quanto sostenuto dalla famiglia Giuliani, il governo italiano abbia cooperato sufficientemente con la Corte, consentendo di condurre un appropriato esame del caso. Nessuna violazione, dunque, dell'articolo 38 della convenzione che impone agli Stati contraenti di fornire tutte le informazioni richieste dai giudici di Strasburgo. La Corte ha dato invece ragione ai familiari di Carlo Giuliani riconoscendo come l'Italia avrebbe dovuto svolgere un'inchiesta per stabilire se il fatto potesse essere ascrivibile a una cattiva pianificazione e gestione delle operazioni di ordine pubblico. Secondo i giudici, quando uno Stato ospita un evento come il G8, considerato ad alto livello di rischio, è necessario prendere ogni misura di sicurezza necessaria anche per salvaguardare i diritti di chi protesta e la libertà di espressione: l'italia nel pianificare e preparare le misure di pubblica sicurezza, avrebbe "minimizzato" i rischi. Anche se la Corte non riconosce alcun legame diretto e immediato tra i 'difetti' nella preparazione delle operazioni e la morte di Carlo Giuliani. Per questo i giudici hanno stabilito che lo Stato dovrà risarcire 40.000 euro ai genitori di Carlo Giuliani.
SIAMO TUTTI CARLO GIULIANI
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