Donne, attenzione! Se usate la pillola anticoncezionale siete la causa, nientemeno, dell'infertilità maschile in tutto l'Occidente. E' la «profezia scientifica» (titolo testuale) dell'articolo pubblicato sull'Osservatore romano di ieri dal presidente della Federazione internazionale dei medici cattolici. Ricordando i 40 anni dell'enciclica Humanae Vitae (pubblicata il 5 luglio del '68), il dottor Pedro José Maria Simon Castellvi presenta ai fedeli cattolici di tutto il mondo i risultati di «un testo molto tecnico, lungo cento pagine» che dimostra scientificamente in modo «irrefutabile» che la normale pillola anticoncezionale a basso dosaggio di ormoni estrogeni e prosteginici ha un «effetto abortivo» come sostenuto ex cathedra da santa romana chiesa. Ma non basta.
Proteggersi dalle gravidanze indesiderate ha anche «effetti devastanti sull'ambiente» e perfino sui poveri spermatozoi del maschio europeo in ansia da paternità. «Abbiamo dati a sufficienza per affermare - scrive il medico senza citarli - che uno dei motivi dell'infertilità maschile in Occidente è l'inquinamento ambientale provocato da prodotti della "pillola"». Si tratterebbe di tonnellate di ormoni che, chissà come, passano dall'urina delle donne ai loro ignari compagni occidentali senza intaccare di un solo neonato la demografia africana, cinese o asiatica. Se la fede non dovesse bastare a convincere le adolescenti più consapevoli, per sì e per no il quotidiano ufficiale della santa sede cita alla rinfusa anche vecchi dati che ventilano la cancerogenicità della "pillola". Uno strumento chiaramente diabolico che viola, scrive Castellvi, «almeno cinque diritti dell'uomo»: il diritto alla vita, il diritto alla salute, all'educazione, all'informazione (si prende a discapito dell'informazione sui mezzi naturali) e per finire all'uguaglianza fra i sessi (il peso dei contraccettivi ricade quasi sempre sulla donna).
Poco importa che la scienza a sostegno di questa tesi sia quasi pre-ottocentesca: «L'embrione - racconta il medico - ha una crescita coordinata, graduale, di tale forza che, se non c'è qualcosa che glielo impedisce, finisce con l'uscire dal grembo materno in nove mesi disposto a divorare litri di latte»...
Un piccolo «alien» di cui la donna è incubatrice passiva. Per Carlo Flamigni, professore di ginecologia e ostetricia a Bologna, si tratta di tesi «risibili e scientificamente ridicole»: «La pillola di oggi è completamente assolta da tutte queste accuse. Le probabilità che provochi un aborto sono inesistenti, visto che nemmeno la pillola del giorno dopo lo causa». Per Flamigni «il fatto che la scienza sia per sua natura fallace e provvisoria non autorizza nessuno a mettere in fila tutte queste sciocchezze». Castellvi? «Mi pare abbia iniziato ora a leggere libri di medicina - scherza - certo bisogna studiare molto e io gli faccio tanti auguri. Dal concepimento in poi l'embrione segue i destini più diversi, altro che divorare litri di latte. Che dire, speriamo solo che non finisca come lui».
da www.ilmanifesto.it
Proteggersi dalle gravidanze indesiderate ha anche «effetti devastanti sull'ambiente» e perfino sui poveri spermatozoi del maschio europeo in ansia da paternità. «Abbiamo dati a sufficienza per affermare - scrive il medico senza citarli - che uno dei motivi dell'infertilità maschile in Occidente è l'inquinamento ambientale provocato da prodotti della "pillola"». Si tratterebbe di tonnellate di ormoni che, chissà come, passano dall'urina delle donne ai loro ignari compagni occidentali senza intaccare di un solo neonato la demografia africana, cinese o asiatica. Se la fede non dovesse bastare a convincere le adolescenti più consapevoli, per sì e per no il quotidiano ufficiale della santa sede cita alla rinfusa anche vecchi dati che ventilano la cancerogenicità della "pillola". Uno strumento chiaramente diabolico che viola, scrive Castellvi, «almeno cinque diritti dell'uomo»: il diritto alla vita, il diritto alla salute, all'educazione, all'informazione (si prende a discapito dell'informazione sui mezzi naturali) e per finire all'uguaglianza fra i sessi (il peso dei contraccettivi ricade quasi sempre sulla donna).
Poco importa che la scienza a sostegno di questa tesi sia quasi pre-ottocentesca: «L'embrione - racconta il medico - ha una crescita coordinata, graduale, di tale forza che, se non c'è qualcosa che glielo impedisce, finisce con l'uscire dal grembo materno in nove mesi disposto a divorare litri di latte»...
Un piccolo «alien» di cui la donna è incubatrice passiva. Per Carlo Flamigni, professore di ginecologia e ostetricia a Bologna, si tratta di tesi «risibili e scientificamente ridicole»: «La pillola di oggi è completamente assolta da tutte queste accuse. Le probabilità che provochi un aborto sono inesistenti, visto che nemmeno la pillola del giorno dopo lo causa». Per Flamigni «il fatto che la scienza sia per sua natura fallace e provvisoria non autorizza nessuno a mettere in fila tutte queste sciocchezze». Castellvi? «Mi pare abbia iniziato ora a leggere libri di medicina - scherza - certo bisogna studiare molto e io gli faccio tanti auguri. Dal concepimento in poi l'embrione segue i destini più diversi, altro che divorare litri di latte. Che dire, speriamo solo che non finisca come lui».
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