E' il principio del feticismo della merce, il dominio della società
mediante "delle cose sensibilmente sovrasensibili", che si compie in
grado assoluto nello spettacolo, dove il mondo sensibile è stato
sostituito da una selezione di immagini che esiste al di sopra di
esso, e che nello stesso tempo si è fatta riconoscere come il
sensibile per eccellenza.
La perdita della qualità, così evidente a tutti i livelli del
linguaggio spettacolare, negli oggetti che esso loda come nei
comportamenti che regola, non fa che tradurre i caratteri fondamentali
della produzione reale che scarta la realtà: la forma-merce è da parte
a parte l'uguaglianza a se stessa, la categoria del quantitativo. E'
il quantitativo che essa sviluppa, e in quello soltanto essa può
svilupparsi.
Lo spettacolo è una guerra dell'oppio permanente per far accettare
l'identificazione dei beni alle merci; e dell'appagamento alla
sopravvivenza in aumento secondo le proprie leggi. Ma se la
sopravvivenza consumabile è qualcosa che deve sempre aumentare, è
perché non cessa di contenere la privazione.
mediante "delle cose sensibilmente sovrasensibili", che si compie in
grado assoluto nello spettacolo, dove il mondo sensibile è stato
sostituito da una selezione di immagini che esiste al di sopra di
esso, e che nello stesso tempo si è fatta riconoscere come il
sensibile per eccellenza.
La perdita della qualità, così evidente a tutti i livelli del
linguaggio spettacolare, negli oggetti che esso loda come nei
comportamenti che regola, non fa che tradurre i caratteri fondamentali
della produzione reale che scarta la realtà: la forma-merce è da parte
a parte l'uguaglianza a se stessa, la categoria del quantitativo. E'
il quantitativo che essa sviluppa, e in quello soltanto essa può
svilupparsi.
Lo spettacolo è una guerra dell'oppio permanente per far accettare
l'identificazione dei beni alle merci; e dell'appagamento alla
sopravvivenza in aumento secondo le proprie leggi. Ma se la
sopravvivenza consumabile è qualcosa che deve sempre aumentare, è
perché non cessa di contenere la privazione.
Guy Debord, La società dello spettacolo
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