«Anche Hitler era figlio di Dio e il mostro è potenzialmente in tutti noi». Ecco come il pittore Giuseppe Veneziano ha spiegato la sua decisione di dipingere un quadro (nella foto a destra) che ritrae il Führer bambino in braccio a una Madonna simile a quelle dipinte da Raffaello, soprattutto la “Piccola Madonna Cowper” del 1505 conservata alla National Gallery of Art di Washington.
La “Madonna del Terzo Reich”, esposta ieri in una galleria all’interno della fiera “ArtVerona”, sarebbe ispirata alla crisi religiosa dei nostri tempi, e ha dato vita a uno scandalo che ha portato fortuna all’autore. In serata, infatti, il dipinto era già stato venduto a un collezionista che ha preferito rimanere anonimo e ha portato immediatamente via la tela in modo da disinnescare le polemiche.
La giornata si era aperta con le dichiarazioni di fuoco del rabbino di Verona, Crescenzo Piattelli, che aveva dichiarato al Corriere del Veneto di considerare l’opera «blasfema». «Offende profondamente i cristiani», aveva aggiunto, «ma anche gli ebrei visto l’impiego che si fa dell’immagine di Hitler». Mentre la Curia aveva chiesto di circondare il quadro di «disinteresse e silenzio» e il sindaco Flavio Tosi attaccava: «Se dipendesse da me, farei coprire quel dipinto. L’autore ha esattamente ottenuto il risultato che si era prefisso, cercando provocatoriamente pubblicità proprio attraverso l’offesa alla religione cristiana».
In difesa di Veneziano era sceso in campo il critico Ivan Quaroni, che aveva spiegato sempre al Corriere del Veneto come «l’iconografia nazista è sempre stata usata e lo sarà ancora, proprio perché disturba. In quanto simbolo assoluto del Male, crea un forte stridore con ciò che rappresenta il suo opposto. Ma non credo che sia una tela offensiva: il suo valore sta nella sensazione di spaesamento che crea questo accostamento tra due opposti».
Dalla parte dell’artista anche Massimo Simonetti, direttore artistico della manifestazione, perché «non è il nostro ruolo ritirare un’opera e prendere posizione su ciò che artisti e galleristi presentano, non ritenendo automaticamente blasfema e quindi condannabile ogni tipo di espressione che contenga simboli religiosi o politici».
Veneziano non è nuovo a queste provocazioni. Anni fa fece scandalo dipingendo una Madonna con ai suoi piedi due supereroi al posto di San Giovanni e di Gesù, e raffigurando un’orgia che aveva come protagonisti Berlusconi, Mussolini e Hitler.
È già successo che l’uso di simboli nazisti susciti forti critiche. Negli anni passati, per esempio, grandi polemiche avevano accompagnato anche le fioriere a forma di svastica di Giovanni Morbin e l’Hitler inginocchiato in preghiera di Maurizio Cattelan.
In difesa di Veneziano era sceso in campo il critico Ivan Quaroni, che aveva spiegato sempre al Corriere del Veneto come «l’iconografia nazista è sempre stata usata e lo sarà ancora, proprio perché disturba. In quanto simbolo assoluto del Male, crea un forte stridore con ciò che rappresenta il suo opposto. Ma non credo che sia una tela offensiva: il suo valore sta nella sensazione di spaesamento che crea questo accostamento tra due opposti».
Dalla parte dell’artista anche Massimo Simonetti, direttore artistico della manifestazione, perché «non è il nostro ruolo ritirare un’opera e prendere posizione su ciò che artisti e galleristi presentano, non ritenendo automaticamente blasfema e quindi condannabile ogni tipo di espressione che contenga simboli religiosi o politici».
Veneziano non è nuovo a queste provocazioni. Anni fa fece scandalo dipingendo una Madonna con ai suoi piedi due supereroi al posto di San Giovanni e di Gesù, e raffigurando un’orgia che aveva come protagonisti Berlusconi, Mussolini e Hitler.
È già successo che l’uso di simboli nazisti susciti forti critiche. Negli anni passati, per esempio, grandi polemiche avevano accompagnato anche le fioriere a forma di svastica di Giovanni Morbin e l’Hitler inginocchiato in preghiera di Maurizio Cattelan.
Fonte: Libero
Nessun commento:
Posta un commento