Era ora che qualcuno lo affermasse e noi finalmente lo gridiamo: VIVA LA STAMPA
BORGHESE!
Non tutti sanno che sui fatti fondametali, quelli che riguardano il nascere e il diffondersi di una
nuova critica globalmente negatrice dell' esistete, i giornali borghesi, a differenza degli
organi ideologici dei singoli rackets, non nascondono nulla. L'unica mistificazione che son
costretti ad operare per mantenere il loro ruolo di garanti dell'ideologia nel suo complesso, è
presentare i fatti in modo che il loro valore risulti capovolto. Questo rovesciamento viene
compiuto per mezzo di alcuni artifici teorici e qualche separazione ideologica. D'altra parte è
estremamente agevole leggere tra le righe e riafferrare i contenuti reali, ad un'unica
condizione, (questa sì difficile da realizzare): che il lettore sia un proletario, cioè
pienamente cosciente di sè e del mondo in cui vive e non uno zombie ottenebrato. L'intuito di
questi giornali è spesso assai più penetrante dell'analisi di molti teorici: essi sanno che il
capitale non è qualcosa di esterno alle persone, di diverso da esse; sanno che il capitale è
nelle persone, è le persone stesse. Questo è il fondamento e lo strumento essenziale del
potere, è il potere. Pertanto, consapevole che l'ideologia vive già in ognuno, più o meno
accettata e difesa, esso si rivolge senza mezzi termini a ciò che di alienato, di ottenebrato
vi è in ciascuno di noi, senza bisogno di persuadere, di incitare, di far passare un discorso
come fa la pubblicistica estremista. Gli altoparlanti del potere si limitano dunque a
riaffermare, dandola per scontata in tutti, la realtà del mondo dell'apparenza. I fatti
divulgati non vengono interpretati, sono semplicemente comunicati nella presunzione che
contribuiscano a corroborare un discorso fondamentalmente già accettato da chi legge. Non
troveremo mai su un quotidiano un'esposizione organica dell'essenza del pensiero borghese. Non
ce n'è bisogno, esso è già dappertutto e in nessun luogo particolare. Il potere è giustamente
arrogante e presuntuoso. Ma il proletariato cosciente non lo è di meno; sa che in ognuno esiste
un barlume, un frammento di teoria, che altro non è se non la comprensione di ciò che sta
dietro lo schermo dell'apparenza, cioè la comprensione della realtà. Ma poichè la teoria è
unitaria o non è tale, possederne una parte è nulla, se non contiene in sè la potenzialità di
conquistarne la comprensione totale. Per i rivoluzionari non si tratta che di sollecitarne tale
processo. Forti di ciò noi ci rivolgiamo a ciò che di ancora vitale vi è in ognuno, consci che
la verità non solo è semplice, ma è presente in tutti. Di conseguenza ogni proletario cosciente
dagli organi di informazione borghese non può che trarne diletto e incitamento a proseguire
sulla via della rivoluzione. Qualsiasi notizia passa immediatamente attraverso il filtro della
teoria che ne trattiene poche scorie restituendo al contenuto la limpidezza della verità. "Ma
come è possibile - si domanderanno sinistri di ogni risma - è risaputo che la stampa borghese è
la madre di ogni menzogna". Infatti ciò che è spontaneo e semplice per un proletarìo, sembra
risulti ostico ai politici di ogni colore, in misura sempre maggiore man mano che la loro
ideologia si sposta verso la sinistra estrema. Ma questo fenomeno non è difficile da spiegare.
Il pensiero borghese al suo più alto grado di consapevolezza è eminentemente dialettico, e cela
in sè i germi del proprio superamento. Questo lo ha ben compreso Marx, che non si è fatto
scrupolo di fondare la sua critica dell'economia politica sulle teorie degli economisti
borghesi e di prendere le mosse dalla dialettica Hegeliana. Il superamento del pensiero
borghese non è altro che il suo capovolgimento, operazione che ad un certo grado di chiarezza è
elementare e che ogni proletario sente dentro di sè come esigenza insopprimibile. I "politici"
invece si affannano nel tentativo di superare il pensiero borghese dallo interno, o aggiungendo
ideologie alle ideologie, o negandone alcune per ripresentarle in nuova veste; abbattono un'ala
dell'edificio per ricostruirne un'altra evitando accuratamente di toccare i muri maestri; poi
terrorizzati dal pericolo di un crollo totale, si affrettano a puntellarlo in ogni modo. In
sostanza aggiungono mistificazioni alle mistificazioni mantenendo l'integrità di quel sistema
che solo formalmente mettono in discussione. Pertanto, specialmente a costoro consigliamo
un'attenta lettura quotidiana della "Stampa" o del "Corriere della Sera" e li esortiamo
vivamente ad abbandonare i loro fogliacci ideologici. Se Marx è riuscito a stravolgere
l'economia e la filosofia borghese tramite il loro rovesciamento, siamo fìduciosi che costoro
riusciranno nel più modesto compito di restituire il suo reale significato ad un articolo di
quotidiano o di rotocalco e che ne trarrannno ogni giovamento. Tuttavia, poichè per costoro una
lettura proficua di questi fogli teorici presenterà all'inizio difficoltà pressochè
insormontabili, abbacinati come sono da idee separate da ogni prassi reale, siamo disposti a
soccorrerli: l'articolo che precede è un esatta traduzione di un testo fondamentale apparso su
"La Stampa". La traduzione, 1o confessiamo, non è del tutto soddisfacente, poichè non siamo
riusciti ad operare un totale rovesciamento del testo. Questo vuoi perchè il nostro rigore
teorico non è ancora assoluto, vuoi perchè il povero Adelfi, misero cantastorie di fatti più
grandi di lui, non è riuscito ad esprimere il massimo dell'autocoscienza borghese, incline come
è a sbavature reazionarie. Tuttavia sarà apparso evidente ai nostri ideologi come un simile
articolo, correttamente interpretato, risulti per un sincero rivoluzionario di conforto per il
suo avvenire; di giusto incitamento a compiere sempre peggiori nefandezze, di grande utilità
per le sagaci indicazioni e gli esperti consigli. E' quanto speriamo sia anche per costoro.
INTERNAZIONALE SITUAZIONISTA
1972
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