“il perturbante è quella sorta di spaventoso che risale a quanto ci è noto da lungo tempo, a ciò che ci è familiare”
“tutto ciò che dovrebbe restar…segreto, nascosto e che invece è affiorato”
(Schelling)
"il sosia può immedesimare anche tutte le possibilità non realizzate che il destino terrebbe in serbo, alle quali la fantasia vuole ancora aggrapparsi, e tutte le aspirazioni che, per sfavorevoli circostanze esterne, non riuscirono ad attuarsi, così come tutte le decisioni della volontà represse, che diedero luogo all’illusione del libero arbitrio”
“il fattore della ripetizione involontaria rende perturbante ciò che di per sé è innocuo, e ci insinua l’idea di fatalità, di inevitabilità là dove normalmente avremmo parlato soltanto di caso”.
“qualcosa di rimosso che ritorna”
"il perturbante che si sperimenta direttamente si verifica quando complessi infantili rimossi sono richiamati in vita da un'impressione o quando convinzioni primitive superate sembrano aver trovato una nuova convalida [...]; al fine della nascita del sentimento perturbante è necessario [...] un dilemma relativo alle possibilità che le convinzioni superate e ormai ritenute indegne di fede si rivelino, nonostante tutto, rispondenti alla realtà."
"il dubbio che un essere apparentemente animato sia vivo davvero e, viceversa, il dubbio che un oggetto privo di vita non sia per caso animato".
Freud, S., (1969). Saggi sull’arte, la letteratura e il linguaggio: il perturbante. Boringhieri, Torino.
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