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11 apr 2009

La cattiva notizia è che la Preside esiste. Quella peggiore è che il Corriere della sera ne ha bisogno.



Milano, liceo ritira giornalino, “offende il papa”
Il sito del Corriere della Sera rende noto che la preside del liceo classico Beccaria di Milano ha fatto ritirare Urlo, il giornalino realizzato dai suoi studenti. Il motivo? Sulla prima pagina copariva una vignetta raffigurante il papa, con un preservativo in testa, che esclama: “Finalmente ho capito a cosa serve”. Le motivazioni addotte dalla preside: “Quella vignetta era di pessimo gusto. Non è lecito produrre immagini lesive della persona. È doveroso avere menti pensanti”. La dirigente sostiene che gli studenti hanno promesso di scusarsi, una volta rientrati dalle vacanze pasquali, ma l’affermazione non ha ancora trovato conferma.
AGGIORNAMENTO. COMUNICATO STAMPA DEL CIRCOLO UAAR DI MILANO. Il circolo di Milano dell’UAAR esprime la propria solidarietà ai redattori de l’Urlo, giornalino studentesco del liceo Beccaria, che si è visto censurare e strappare la copertina dell’ultimo numero in quanto conteneva una vignetta satirica sul Papa ritenuta dal dirigente scolastico “di pessimo gusto” e “lesiv[a] della persona”. (Poco tempo fa anche l’UAAR si è vista censurare la scritta “La cattiva notizia è che dio non esiste. Quella buona è che non ne hai bisogno”, in quanto offensiva per i credenti…)
“Trovo che, in risposta alle affermazioni del Papa sui preservativi - quelle sì, veramente di pessimo gusto e lesive delle persone - una vignetta satirica sia giustificata e direi doverosa”, spiega Massimo Redaelli, coordinatore del circolo di Milano. “Se i redattori de L’Urlo lo riterranno opportuno, saremo felici di visionare la vignetta incriminata e di valutarne insieme la pubblicazione sul nostro sito o su materiale informativo riguardante le nostre prossime attività a favore della laicità dello Stato”.

Unione Atei Agnostici Razionalisti
www.uaar.it

10 apr 2009

Il Miracolo della Transustanziazione


Questa scena rappresenta il noto miracolo della transustanziazione, testimoniato da una giovinetta africana, evangelizzata dalla missione di frati cistercensi al seguito della cordata imprenditoriale italiana, supportata dal Fondo Monetario Internazionale e guidata dalla nota Impregilo, che sta costruendo la diga di Katsee in Lesotho.

La diga locale, necessaria per la centrale idroelettrica del Lesotho Water Project, ha distrutto 3.000 ettari di terra da pascolo e 1.000 di terra fertile, che sono stati espropriati arbitrariamente ai proprietari senza indennizzo; dalla diga sono stati inondati 11.000 ettari di terreni agricoli; dall’ottobre ’95, si sono verificati una serie di terremoti: 95 scosse in 16 mesi, provocati, secondo gli oscurantisti e superstiziosi santoni locali, dalla pressione esercitata dai 350 milioni di tonnellate di acqua.
Le attività agricole tradizionali, su cui si fonda la struttura delle società locali, sono state distrutte. E' stata costretta alla fame e a una forte emigrazione una popolazione poverissima, già stremata da fame e povertà che portano il tasso di mortalità infantile al 79%.

Ma gli imprenditori italiani, sempre attenti a portare progresso e sviluppo nelle aree del mondo meno fortunate, hanno sottratto la popolazione produttiva della regione alla miseria ed al languore tipico delle sotto-culture sudafricane, coinvolgendo uomini, donne e bambini di Katsee nell'edificazione del grande sogno del progesso.

Gli operai del LesothoWaterProject si vedono spesso passeggiare allegramente per il villaggio, dopo 18 ore di edificazione del progresso. L'allontanamento dai lavori tradizionali della comunità locale ha però provocato loro l'esclusione dalla pratiche magice e superstiziose che garantiscono la sopravvivenza della comunità.

Giacchè gli anziani dei villaggi non sono più propensi a dare le loro figlie in moglie ai lavoratori della diga, portano le loro figlie nel mega albergo costruito lì vicino dall'Opus Dei per i tecnici, gli ingegneri e gli imprenditori italiani, dove le loro figlie ricevono vestiti cultuali per riti di iniziazione sciamanica firmati Luis Vitton. Gli imprenditori e ingegneri italiani, e altri ministranti del progresso in abito talare che si battono contro le superstizioni magiche del luogo, dopo la celebrazione dei suddetti riti, che coinvolgo il corpo d'ebano delle fanciulle nella sfida del progresso, lasciano come feticcio porta-fortuna per le fanciulle sudafricane, dei sacchetti di lattice pieni di "SPERMA", un liquido sacro che i santoni occidentali ritengono la sede dell'anima.

Ed è proprio una di queste fanciulle, (vedi foto qui a lato) tormata a casa dopo due mesi di riti di iniziazione al progresso e alla libertà disvelata dal Cristo, ormai emaciata dall'Aids che la sta rapidamente conducendo alla vita immortale della libertà dell'anima, che ha assistito al miracolo della TRANSUSTANZIAZIONE.

Il sacchetto di lattice che il sacerdote del suo culto di purificazione del corpo le ha lasciato in adorazione come reliquia, contenente un liquido sacro nel quale si racconta che risieda l'anima, è stato tutt'a un tratto profuso di luce e candore. E' apparsa una Signora tutta vestita di bianco, più splendente del sole, che diffondeva una luce più chiara e intensa di un bicchiere di cristallo pieno di acqua pura, in cui fosse disciolto il
Lopinavir/Ritonavir.

Richiamati dallo splendore miracoloso, un gruppo di operai della diga che tornavano verso il villaggio dopo una dura giornata di lavoro, i cui ritmi pressanti erano però alleviati dalla consapevolezza di operare per l'inveramento del progresso e dal nuovo canto di lavoro imparato dalla classe dirigente italiana ("Faccetta nera, bella Abissina, aspetta e spera che l'ora s'avvicina..."), si è fermato in atteggiamento estatico davanti alla giovinetta. In gruppo hanno violentato la fanciulla e si sono convertiti alla nuova religione; la giovinetta ha lasciato la caducità e il dolore di questo mondo dopo poche ore.

Secondo il superstizioso e oscurantista santone tradizionale del villaggio, la giovinetta avrebbe avuto il miraggio di una informatrice scientifica della casa farmaceutica Roche, che già nel 2005 aveva promesso che avrebbe liberato i farmaci anti-aids dal brevetto, che ne impedisce la distribuzione a prezzi accessibili alle popolazioni africane.

Secondo il santone del locale villaggio di Katsee, l'insieme di sintomi che noi occidentali definiamo come conseguenze del virus HIV, sarebbero l'esito del normale decorso della popolazione più debole, in alcuni casi reso più grave dal contatto impuro della popolazione del luogo con le abitudini irreligiose dei colonizzzatori occidentali. Secondo i santoni occidentali, gli stessi sintomi sarebbero invece la manifestazione della punizione divina per la sessualità vissuta al di fuori del matrimonio ecclesiastico e della famiglia nucleare tradizionale con mutuo e monoreddito, consacrata dal boom economico degli anni '60. Uno degli aspetti vantaggiosi della nuova religione civilizzatrice, anche agli occhi delle giovani generazioni del villaggio, è che, a quanto pare, il cristianesimo offre tutta una serie di riti di purificazione del corpo, come la confessione e il sesso con gli architetti italiani, che sembrerebbero calmare le ire del Dio Trascendente Eterno e Immutabile.



L'aids e l'Africa

Le dighe e il progresso

la IMPREGILO in LESOTHO

case farmaceutiche in Sudafrica