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7 set 2009

REPORT SENZA COPERTURA LEGALE

Il primo affondo lo aveva sferrato Giulio Tremonti, presentando un esposto per la puntata di Report del 5 aprile dedicata alla social card, nel corso della quale, secondo il ministro, erano stati lesi "i principi di completezza, correttezza e obiettività" dell'informazione. Tesi bocciata dall’Agcom che ha archiviato la denuncia del titolare del dicastero dell’economia sostenendo che "non si rilevano sconfinamenti del diritto di critica", poiché "la tecnica informativa tipica di Report è stata ritenuta legittima dal Tribunale civile di Roma". La seconda tappa dell’operazione silenzio spetterebbe ora alla stessa Rai, che – secondo il tam tam che circola in rete in queste ore – per bocca del direttore generale Masi avrebbe annunciato di non garantire più ai giornalisti della fortunata trasmissione di RaiTre condotta da Milena Gabanelli la copertura legale. Il che equivarrebbe a una chiusura quasi certa: gli inviati della trasmissione, da sempre attivi nel denunciare le illegalità e i soprusi che ci circondano, dovrebbero provvedere di tasca propria alle spese legali cui, da bravi reporter, vanno continuamente incontro. Di qui il lancio di una petizione subito diffusa su numerosi siti tra cui Facebook, per bloccare l’iniziativa della tv di Stato.I giornalisti di Report dedicano la propria esistenza a ricerche scrupolose: viaggiano in lungo e in largo per arrivare alla verità e rivelarla al pubblico a casa. Scoprono traffici loschi e furti che spesso avvengono sotto i nostri occhi. Smascherano impostori, sfruttatori e tutto questo per offrire un servizio alla gente. La Rai, invece, pur dovendo ancora risolvere la questione della direzione di Raitre ancora vacante, o anche quella di Annozero, programma minacciato di doppia conduzione "equa" (Santoro affiancato da un collega di destra) in nome della par condicio, avrebbe deciso di affrontare salomonicamente la questione, mettendo la popolare trasmissione nelle condizioni di chiudere.
07 settembre 2009

17 mag 2009

TECNICA DELLO STERMINIO


L'agricoltura è adesso un'industria alimentare motorizzata, nella sua essenza la stessa cosa della fabbricazione di cadaveri nelle camere a gas e nei campi di sterminio, la stessa cosa dei blocchi e della riduzione di paesi alla fame, la stessa cosa della fabbricazione di bombe all'idrogeno.


Martin Heidegger


Heidegger è stato il più profondo pensatore del novecento. Dopo aver aderito al Partito Nazista e aver appoggiato attivamente il regime di Hitler almeno fino al 1934, all'arrivo degli alleati fu escluso dal mondo accademico e allontanato dalla vita pubblica. Molti dei suoi allievi, tra cui troviamo autori fondamentali della seconda metà del secolo come Hannah Arendt, Herbert Marcuse e Hans Gadamer, difesero il maestro e combatterono l'ostracismo che il mondo accademico aveva decretato nei suoi confronti. Alcuni di loro, però, gli chiesero insistentemente di prendere posizione, dopo la guerra, su quella fascinazione nazista o, per lo meno, di condannare la shoah. Fino al 1976, anno della sua morte, il paragone che tracciò tra agricoltura meccanizzata e sterminio nei campi di concentramento fu l'unica risposta a queste insistenti richieste.


AVETE VISTO REPORT?