6 gen 2010

suicidi in carcere

fonte:Antigone

Continua l'allarme suicidi. Non dimentichiamo l' atrocità di un atto posto a sancire l'ultimo respiro. Aumentano i suicidi ed allarma l'intuizione suicidaria. Intra ed extra muraria. Il suicidio: un drammatico fenomeno che ha da sempre destato l’attenzione dei molti, molteplici le sfaccettature approfondite, molteplici i riscontri, molteplici le teorizzazioni al riguardo. Nonostante quanti lamentino la vastità di un fenomeno in concreto difficilmente osservabile, in realtà da D. E. Durkheim ad oggi siamo in grado di definirne le diverse tipologie e le diverse modalità nonché di relazionarle al genere, all’età, allo stato civile, ai figli, alla religione, alla classe sociale, alla cultura della zona di appartenenza, all’ambiente penitenziario e all’impatto dei mezzi di comunicazione di massa, di evidenziarne i mesi, i giorni e le ore. In relazione all’ambiente penitenziario, solo nel 2009, si sono tolte la vita 71 persone. Dal 1990 al 2008 si sono verificati 957 suicidi e 13.297 tentativi di suicidio. Si consideri che nel periodo considerato il tasso dei suicidi nella popolazione italiana è stato dello 0,51 ogni 10.000 abitanti, in carcere la frequenza è circa 21 volte superiore. Dal 2000 al 2009 su una presenza media annua pari a 53.988 detenuti, 558 i suicidi e 7.717 i tentativi di suicidio. Oltre a ciò, solo nel 2009, a fronte di 71 suicidi complessivi, 5 le persone che si sono tolte la vita proclamandosi innocenti, 1 nel 2008, 2 nel 2007, 2 nel 2006, 4 nel 2005, 4 nel 2004, non considerando il quantum di coloro che non hanno potuto e /o voluto innalzare la propria voce. Un occhio al 1010: un giovane di 23 anni, uscito dal carcere il 2 gennaio dopo una serata con gli amici, si impicca ad un cartello stradale (nei pressi di Cagliari). Il ragazzo, arrestato per reati contro il patrimonio, in particolare furti, aveva manifestato di recente l’intenzione di “cambiare vita” ma, una volta uscito dal carcere si era ritrovato senza lavoro, senza prospettive, senza decoro. Lo stesso giorno in provincia di Bari, un altro uomo, 39 anni, detenuto per reati di droga si toglie la vita inalando il gas di una bomboletta da camping nel silenzio funereo della propria cella. Il 2009 si è chiuso con 71 suicidi mentre al 5 di gennaio se ne registrano già 2. Nonostante uno sia avvenuto fuori dalle mura della realtà penitenziaria, il concetto nella sostanza non cambia. Così come un uomo si lascia morire nella solitudine della propria cella per averne percepito il vuoto assoluto, nella banalità e nella crudeltà di un sistema “rieducativo” che alla fine non è altro che strumentale alla stregua delle culture arcaiche al ripristino di una sorta di “pax deorum”, oggi “pax societatis”, un altro rinuncia al bene più prezioso, la vita, nonostante fuori dal carcere per lo stesso vuoto percepito e l’incapacità di ristrutturare un pensiero razionale come fosse oramai svuotato di ogni speranza e forza. Dove andremo a finire? Riprendendo uno scritto “di fine anno” di Stefano Anastasia, viene da ribadire “quando si discuteranno le mozioni sul carcere. Il Governo che farà? Continuerà a raccontare la balla del “piano carceri”? o deciderà finalmente di assumersi la responsabilità di quello che sta accadendo negli istituti penitenziari e di quello che potrà succedere nel 2010?” Questo naturalmente vale anche per le problematiche della "società libera", di certo non ignara del fenomeno. Un caro saluto a tutti ed una buona giornata

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