20 ott 2009

gli uomini


si parlano, si, l'un l'altro, però non si capiscono; le loro parole sono colpi che rimbalzano sulle parole altrui; non vi è illusione più grande della convinzione che il linguaggio sia un mezzo di comunicazione fra gli uomini. Si parla a un altro, ma in modo che questi non comprenda. Si continua a parlare, e quegli comprende ancor meno. Si grida, si torna a gridare, e l'esclamazione, che nella grammatica vive una povera vita, s’impadronisce del linguaggio. Le grida balzano qua e là come palle, colpiscono, ricadono al suolo. Di rado qualcosa penetra negli altri, e quando accade è qualcosa di distorto.
Ma quelle stesse parole che non sono comprensibili, che agiscono isolate, che danno luogo a una specie di figura acustica, non sono rare o nuove, inventate dalle creature che mirano alla loro singolarità: sono le parole che vengono usate più di frequente, frasi comunissime per tutti, ripetute centomila volte; e di questo, proprio di questo si servono per dimostrare la loro caparbietà. Parole belle, brutte, nobili, comuni, sacre, profane, capitate tutte in questo tumultuoso serbatoio; e ciascuno ne trae fuori ciò che si addice alla propria inerzia; e lo ripete finché le parole non sono più riconoscibili, finché dicono tutt'altro, il contrario di ciò che una volta significavano.


Elias Canetti

1 commento: