11 feb 2009

Il circo è finito con la morte di Eluana

Ormai è stato detto tutto. Ma nonostante le parole che si azzuffano alla ricerca di quella verità mediatica che masturba la cattolicità strisciante tutta italica, ciò che resta è il fumo della sigaretta dopo un amplesso macchiato di mediocrità. Non c'è un'ideologia strutturata attorno alla quale annodare i fili scomposti di un dibattito adulto. Non c'è crescita condivisa o condivisibile. Ci sono solo le luci stanche del circo. Gli animali che vengono spinti nelle gabbie dopo lo spettacolo. I clown che si struccano per tornare a sorridere. I trapezisti tornano a calpestare lo stesso terreno su cui gli spettatori sputano le proprie meschinità tornando a casa. Una donna in coma da 17 anni diventa il nano barbuto di cui i piccoli fedeli della ACR si prendono gioco. Quasi 20 anni di sonno e Berlusconi parla del suo ciclo mestruale. Quasi 20 anni di sonno e Quagliarello non riesce a tacere per un minuto. Quasi 20 anni di sonno e Mentana si dimette, il Vaticano accusa il guidice-boia, Gasparri in preda ad un delirio burocratico parla di firme messe e non messe. Ma questa volta il circo non perdona. Non è più il tempo di riorganizzare la carovana e ripartire per la prossima tappa. Gli animali sono stanchi. Il clown è invecchiato. La gravità è diventata immobilizzante per la coppia dei trapezisti. C'è bisogno di verità. C'è bisogno che qualcuno lo ammetta. C'è bisogno che qualcuno ammetta che si è trattato di un pretesto. Eluana è stata l'ennesimo tentativo ben riuscito di distogliere l'attenzione delle masse da quelli che sono gli argomenti su cui un Governo responsabile dovrebbe catalizzare le proprie energie. L'UE utilizza l'aggettivo "tetre" per definire le conseguenze della crisi economica in Italia, dal momento che il nostro Governo non sta facendo assolutamente nulla per adottare misure efficaci. Berlusconi risponde con l'ennesimo caso mediatico. E questa volta il caso si è chiamato "Eluana". Quando finirà la farsa? Il Cavaliere che ormai da anni cavalca la causa dell'anti-costituzione, dell'anti-democrazia, dell'anti-legalitarismo ci è quasi riuscito. Ha cercato di sfondare con un calcio ben assestato la porta del Viminale che aveva tentato di opporre un minimo di resistenza attraverso il "no" di Napolitano all'emanazione del decreto-salvavita. Non c'è riuscito. Questa volta. Ma siamo veramente al punto di dover sperare nella morte di qualcuno per salvare la nostra democrazia? Sembra cinico. Forse lo è. Ma a 24 ore di distanza dalla morte di Eluana qualcuno tira un sospiro di sollievo. Ma il cinismo non può fondare una democrazia sana. Il cinismo fa muovere gli ingranaggi di quel grande circo dal quale nessuno riesce a tirarsi fuori. Pur volendolo. Un minuto di silenzio in Parlamento è ciò che l'Italia sa fare in queste occasioni. Un minuto di silenzio per poi correre a lavare i panni sporchi in famiglia, ritirarsi nelle proprie solitudini, mettersi a 90 gradi davanti ai clericanti dalle bocche larghe e dalle braghe facilmente sfilabili, genuflettersi al cospetto di religioni fasulle, farsi gettare fumo negli occhi dopo aver bruciato gli incensi delle preghiere. Questo è il circo italico. Sarà arrivato il momento di scendere.

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