19 feb 2009

"LE SUE PAROLE CI OFFENDONO"

“Davvero lo ha detto?” ci chiedono i colleghi argentini, e i funzionari dell'ambasciata che devono riferire al governo di Buenos Aires. Lo ha detto. Adesso c'è anche il video, fino a mercoledì pomeriggio c'era solo la nostra cronaca di quello strano venerdì sera al palasport di Cagliari, con un premier proteso in un grande show personale, “barzellette, cazzottini, battute e battutacce”, scrivemmo. Si passava dalla sua statura “sottovalutata”, a sentir lui, al caso di Eluana Englaro, con la stessa leggerezza. Dalle prese in giro di Soru fino al pezzo sui desaparecidos, “agghiacciante”, lo definimmo.
Quelle righe sono state riprese e riaffermate in patria dal quotidiano di Buenos Aires, Clarin, in una corrispondenza da Roma che cita il nostro servizio. «Erano belle giornate, li facevano scendere dall'aereo...”. Per altro si tratta di una battuta già proposta in altre occasioni. In Argentina la gente si arrabbia: quel riferimento ai “voli della morte”, tramite i quali i militari nell'ultima dittatura (1976-83) gettavano nelle acque del Rio de la Plata i sequestrati ancora vivi e addormentati fa il giro dei quotidiani e dei siti internet di informazione. L'ambasciata si muove per recuperare i video dell'esibizione, la stampa chiede conto. E il governo italiano, interpellato dal Clarin, si rifugia nella solita spiegazione: “Si tratta di un grande equivoco. Il presidente del Consiglio voleva proprio sottolineare l'efferatezza dei crimini commessi contro i dissidenti e la tragedia dei desaparecidos per spiegare come si sentisse offeso ed insultato da quei suoi oppositori che lo paragonano ai dittatori”.

Noi testimoni di quella giornata ricordiamo il tono ilare del momento, le risa del premier, subito amplificate dalla platea, l'insistere sulla ridicolizzazione della tragedia, “la bella giornata”, “prego, uscite a prendere aria”...tanto che davanti alle precisazioni del Governo il Clarin (in un articolo richiamato in prima pagina dal titolo: “Berlusconi macabro coi desaparecidos”) è perplesso: “non è chiara la ragione per la quale Berlusconi avrebbe parlato così dei desaparecidos”. Vogliono parole nuove dal premier, come chiede la presidente delle Nonne di Plaza de Mayo, Estela de Carlotto, ha per esempio detto di «sentirsi offesa» dopo aver letto quanto riferito dal quotidiano. «Nei confronti degli argentini - ha ricordato - c'è sempre stata grande solidarietà, sia dai precedenti governi italiani sia da parte della giustizia». Ma queste parole non arrivano, anzi, in serata parte l'invettiva di Palazzo Chigi: «Un attacco calunnioso e assolutamente ingiustificato, che provoca indignazione» è scritto in una nota. «Polemiche gonfiate su un finto caso Argentina. Le parole del Presidente del Consiglio sono state, infatti, completamente stravolte e addirittura rovesciate, quando era chiarissimo che egli stava sottolineando la brutalità dei voli della morte messi in opera dalla dittatura argentina di quel tempo», conclude la nota.
Cosa ha detto Berlusconi è visibile e ascoltabile. Non è difficile farsi un'opinione, vedendo il premier dire: “Li portavano in aereo con un pallone”, e con la mano simulare la tenuta della palla... “Aprivano lo sportello...(e mima l'azione, in puro cabaret)....E se era una bella giornata li mandavano fuori a giocare” e ride, e la platea ride anch'essa, a comando, mentre lì vicino il neogovernatore Ugo Cappellacci ed Emilio Floris, sindaco di Cagliari, hanno una faccia tetra. “Fa ridere e invece è drammatico”, chiude il premier.
No, non fa ridere. E non c'è stata solo la presa di posizione della Carlotto. Tutti i familiari dei desaparecidos argentini stamane si sono detti «offesi» dalle dichiarazioni di Berlusconi. «Scherzare sui desaparecidos e i «voli della morte» non è ammissibile», ha detto Vera Jarach, ricordando che si tratta di «delitti di lesa umanità commessi dal terrorismo di Stato» tra il 1976 e il 1983, durante l'ultima dittatura argentina. La Jarach, nata a Milano, è madre di Franca, desaparecida quando aveva 18 anni. Angela "Lita" Boitano, di famiglia veneta, madre di due figli (Miguel Angel e Adriana) scomparsi, si è detta «indignata» e «sorpresa» dalle presunte dichiarazioni, precisando di aver chiesto un incontro all'ambasciatore italiano a Buenos Aires.

Che è avvenuto. A quanto si apprende da fonti argentine, il ministero degli esteri di Buenos Aires ha convocato l'ambasciatore italiano Stefano Ronca. Il quale ha sottolineato che c'è l'assoluta certezza che da parte del premier Silvio Berlusconi non vi è stato «alcun intento offensivo», ma semmai «una netta presa di distanza dalla dittatura argentina».

«Una gaffe indecente, che suona gravissima offesa alle migliaia di ragazze e ragazzi rapiti, torturati e uccisi negli anni di una delle più sanguinose dittature dell'America Latina» è stato il commento di Piero Fassino, che invita il premier alle scuse: «Raccontare barzellette e fare il guascone è ormai il suo sport preferito che rivela una totale mancanza di sensibilità per la storia e per il valore della democrazia in nome della quale, in Argentina come in tutto il mondo, tantissimi sono giunti a sacrificare la propria vita».

di Marco Bucciantini
fonte http//www.unita.it/

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