18 dic 2008

GIORNALISMO SCOMODO


Carlo Vulpio, «imbavagliato» e trasferito dal Corriere
«I giornalisti, a differenza dei magistrati, non possono essere trasferiti», aveva detto a mo' di battuta Carlo Vulpio, giornalista del Corriere, qualche giorno fa. Detto fatto, è bastato fare qualche nome in più in un suo articolo per essere convocato dal direttore Mieli e sentirsi «sollevato dall'incarico». Dal febbraio 2007 Vulpio si occupa dell'inchiesta "Toghe Lucane", la terza inchiesta di De Magistris, con "Poseidone" e "Why Not". Un lavoro quasi quotidiano di ricerca e approfondimento. Fino allo scorso 3 dicembre, quando nel pezzo "incriminato" racconta da Catanzaro le perquisizioni ordinati dalla procura di Salerno nei confronti di otto magistrati calabresi e di altri politici e imprenditori. La sua colpa? Di aver fatto i nomi di gente nota che compariva negli atti giudiziari, come Nicola Mancino, vicepresidente del Csm, Mario Delli Priscoli, procuratore generale della Corte di Cassazione, Simone Luerti, presidente dell'Associazione nazionale magistrati.

da www.ilmanifesto.it


Carlo Vulpio scrive sul blog http://toghe.blogspot.com/2008/09/su-clementina-forleo-e-luigi-de.html ciò che dovrebbe scrivere sul Corriere della Sera- Ciò che sta accadendo (per il caso D’alema - Latorre) in questi giorni non ha precedenti nella storia repubblicana.

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