31 dic 2008

POTERE E GLORIA. UN PREMIER DAI GUSTI SEMPLICI


Era un’osservazione buttata lì alla fine di una conferenza stampa ma risuona ancora nelle nostre orecchie: Silvio Berlusconi vuole trasformare la forma di governo dell’Italia in una repubblica presidenziale, come quella francese o americana.

Proposta tutto sommato innocua, si potrebbe pensare. Oggi la figura del presidente della repubblica italiana è per lo più cerimoniale. Nessuno potrebbe sostenere che il governo italiano sia il massimo dell’ efficacia. Un comandante in capo potrebbe risollevare le sorti del paese.

Il problema è che nessuno ha dubbi sul candidato preferito di Berlusconi per l’incarico: se stesso.

Da tempo è risaputo che Berlusconi vuole terminare la sua carriera come presidente ma si dava per scontato che si sarebbe accontentato di essere una figura rappresentativa.

La proposta del “presidenzialismo” (in italiano nel testo, N.d.T.) è stata immediatamente silurata sia dagli alleati sia dagli avversari. Ma ha confermato la paura che da 15 anni attanaglia molti italiani: l’uomo che chiamano “Il Cavaliere” non sarà soddisfatto se non con il potere dittatoriale.

E la scomoda verità è che è questa la direzione in cui si sta muovendo, anche senza mettere le mani sulla costituzione. I suoi alleati nella coalizione danno molti meno problemi rispetto all’ultima volta. Il motivo, dicono, è che sono tutti sul suo libro paga. Sono i vantaggi dell’essere un miliardario al potere.

Nel frattempo l’opposizione si trova nel caos più totale, con i politici di centrosinistra di tutto il paese sotto inchiesta per casi di presunta corruzione.

Poi, nel weekend, un improvviso raggio di speranza. Forse Berlusconi preferirebbe invece passare i suoi ultimi anni in un paradiso tropicale come Bettino Craxi, il suo ultimo mentore caduto in disgrazia.

Durante una riunone di giornalisti nel suo appartamento di Roma Berlusconi ha denunciato il debole degli investigatori italiani per le intercettazioni telefoniche. “Se certe mie conversazioni dovessero essere intercettate me ne andrò all’ estero. Era davvero serio?

Un piano “lunatico”

Se lo era, potrebbe spingersi oltre e diventare il primo politico sulla luna. Una compagnia italiana, Team Italia, è in gara per il premio di 30 milioni di dollari messo in palio da Google per la prima azienda privata che riuscirà a mandare sulla luna un veicolo esplorativo e a riportarlo sulla terra. Il turismo spaziale di lusso e alberghi orbitanti sono il passo successivo. Se il Presidente del Consiglio si offrisse volontario per salire a bordo farebbe un gran favore al suo paese.

La risposta zen alle catastrofi

Come comportarsi di fronte a una catastrofe? I monaci tibetani hanno un modo tutto loro. Il centro di meditazione di un importante monastero buddista vicino a Pisa è stato ridotto in cenere da un incendio in cui sono andati distrutti l’altare, testi e icone. Il lama Dagri Rinpoche ha detto semplicemente ai monaci: “Ogni grande monastero ha avuto grandi problemi”.

bell'articolo dell'Indipendent
di Peter Phopam


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